E' sempre difficile parlare di Coltrane, ma vale per qualunque maitre a penser della musica popolare moderna del secolo trascorso, senza scivolare nella buccia di banana dell'aggettivazione coatta, nell'inchino e nella riverenza acritica, nella banalità ad ogni costo, ancor più nei testi destinati a una fruzione non specialistica: sarà perchè volenti o nolenti siamo cresciuti crociani, o nel caso dei jazzofili italiani polilliani - quanto bene e quanto male ha fatto il salomonico avvocato milane E' sempre difficile parlare di Coltrane, ma vale per qualunque maitre a penser della musica popolare moderna del secolo trascorso, senza scivolare nella buccia di banana dell'aggettivazione coatta, nell'inchino e nella riverenza acritica, nella banalità ad ogni costo, ancor più nei testi destinati a una fruzione non specialistica: sarà perchè volenti o nolenti siamo cresciuti crociani, o nel caso dei jazzofili italiani polilliani - quanto bene e quanto male ha fatto il salomonico avvocato milanese prestato al jazz- o sarà anche che viviamo in un tempo in cui ogni banalità si fa regola (prima banalità), in cui il jazz è morto (seconda banalità), e in una cultura in cui un approccio musicologico moderno(alla Middleton, il suo "Studiare la popoular music" - ed.
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